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Latiano-Antonio Delli Fiori: “Rompo il silenzio che mi ero imposto”.

Riceviamo e pubblichiamo

Rompo il silenzio che mi ero imposto, al di là di qualche sporadica “riflessione/provocazione” sui social, perché la lettera aperta dell’amico consigliere Angelo Caforio ha solleticato la mia passione per la politica, di questo lo ringrazio così come lo ringrazio per l’onestà intellettuale che lo porta, anche a se a distanza di circa due anni, a riconoscere la correttezza delle analisi che lo scrivente e tanti amici facevano sulla grande ammucchiata. che, come scrive Vittorio Madama oggi, che era un “alleanza morta prima di nascere”.
Non mi dilungherò sulla bontà della prima parte della lettera, dove l’amico Angelo Caforio fa valere le sue professionalità di avvocato per illustrare l’abnorme rischio a cui espone Latiano la “coalizione dei migliori” (?) nel non aver ancora approvato il consuntivo di bilancio sforando tutti i termini previsti dalle norme. Mi permetto solo di appuntare che non mi preoccupa che le misure restrittive, eventualmente adottate dagli organi superiori, possano bloccare i finanziamenti del PNRR dato che in circa due anni l’Amministrazione dei tre sindaci è stata capace di riuscire a non farsi finanziare quasi nessuno dei bandi di finanziamento a cui ha partecipato (record provinciale, credo, anche più unico che raro sul territorio nazionale).
È la seconda parte della lettera, quella delle riflessioni politiche, che stimola le mie umili riflessioni che mi appresto a esternare.
Parto dalla fine delle considerazioni che Angelo fa e che poi è il nodo principale e di maggiore disaccordo con la sua analisi. In dette considerazioni invita a lavorare su due ipotesi i maggiorenti della sua ex maggioranza: tornare alle vecchie posizioni sancite dalle elezioni democratiche del 2021 o tornare al voto.
E allora parto da una domanda all’amico Angelo Caforio: Valeva la pena rompere la coalizione uscita sconfitta, per soli due voti, per correre in soccorso del vincitore? Credo di no, sommessamente e con un pizzico di orgoglio, mi permetto di rivendicare che sin dall’inizio insieme a tanti ho sostenuto che fosse un errore e purtroppo, per Latiano e i latianesi, i fatti ci danno ragione. Allora come pensiamo sia possibile ritornare al verdetto elettorale e con quale credibilità si potrà ricostruire una opposizione se a rappresentarne una parte sono gli stessi che hanno tradito il mandato elettorale e i voti raccolti dai 64 candidati che gli hanno consentito per l’ennesima volta di sedere in consiglio anche se sconfitti? Come si pensa oggi di proporsi a “soluzione” se si è stati “il problema” di questi anni in cui si è tento l’ammutinamento della democrazia? Proviamoci pure ma non è più il tempo di grandi ammucchiate contro, serve partire da posizioni chiare da recinti ben definiti e processi decisionali partecipati non basta mettere insieme spasmodicamente pezzi ceto dirigente ed sommare i voti dei grandi portatori.

Ma anche la maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni come potrebbe tornare alla sua composizione originale se, per ammissione del suo Sindaco, “non è sufficiente per affrontare le sfide che l’attendono” e quindi di fatto già sfiduciata?
Giungo quindi al mio punto di disaccordo più accentuato con la lettera dell’avvocato Caforio. La legge non prevede un peso maggiore per il consigliere più votato (sicuramente ne esiste uno morale) per promuovere le iniziative per porre fine a questa agonia. Senza tatticismi, tanto esasperati quanto comici, di chi oggi pensa di ricollocarsi magari non votando il rendiconto di bilancio dell’anno passato in cui ha partecipato a tutte le scelte che lo hanno prodotto, perché non promuovere apertamente una mozione di sfiducia al Sindaco? Perché non promuovere la raccolta delle firme di dimissioni dei consiglieri comunali facendo venire allo scoperto tutti quelli che parlano e fanno i rivoluzionari ad ogni angolo e piazza del paese ma poi alla fine hanno sempre assecondato le decisioni prese?
Quanto ancora, questi consiglieri comunali vorranno giocare al gioco delle parti mentre il paese langue e muore? Serve uno scatto di orgoglio qui ed ora. Occorre il coraggio di ripensare il futuro pensare alla costruzione di una coalizione omogenea, non nell’individuazione dei problemi (che oggettivamente ascolto ogni giorno parlando con lavoratori, artigiani e gente comune) ma nella costruzione di soluzioni. Oramai dopo un decennio di discussione (che ha di fatto eliminato ogni possibilità di danno a diritti acquisiti) occorre un nuovo strumento urbanistico, il P.U.G., che tuteli gli interessi collettivi e faccia proprie le osservazioni della Regione Puglia al vecchio PRG, a cominciare dalla valorizzazione del patrimonio esistente e da recuperare. Non è il tempo di diffusione di odio contro il Circolo Tennis ma il tempo di pensare dove e come realizzare un nuovo Palazzetto dello sport e come terminare lo Stadio Comunale per dare dignità agli sportivi latianesi. Non possiamo perdere ulteriore tempo nel sottoscrivere la convenzione di Muro Tenente, facendo leva sui più bassi istinti sovranisti localisti, per non perdere il treno di milioni di euro di finanziamenti già opzionati dal nostro partner (il comune di Mesagne) sull’area e che rischiamo di perdere per una resa dei conti tutta interna all’attuale maggioranza.
LATIANO MERITA DI PIÙ E OCCORE QUI ED ORA COSTRUIRE UNA COALIZIONE PROGRESSISTA CHE SAPPIA FARLO.

Ing. Antonio Delli Fiori – ex Consigliere Comunale.

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