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Mottola: L’attesa è finita, ecco I Misteri

Per la prima volta nella storia, la processione all’alba del Sabato Santo uscirà dal palazzo comunale. C’è anche l’orchestra di Santa Cecilia diretta dal Maestro Gregucci.

Un evento storico, unico e irripetibile. Per la prima volta in 162 anni di storia, la processione del Sabato Santo di Mottola uscirà dal palazzo municipale e non dalla chiesa della Beata Vergine del Carmelo, oggetto di lavori di ristrutturazione. Cambia la sede, ma non l’attesa che accompagna i sacri Misteri. «Per noi confratelli e per i tantissimi fedeli sarà una suggestione nuova» anticipa il priore della Confraternita del Carmine, Vito Greco. L’emozione è doppia. «I Riti tornano dopo due anni di fermo causa Covid- dice ancora- e, per quanto ci riguarda, lo fanno in maniera nuova dal momento che il pio corteo attraverserà le vie cittadine dopo essere partito da piazza XX settembre. E non era mai accaduto in oltre un secolo e mezzo di tradizione». Una processione tra le più conosciute della provincia ionica: lunga 7 ore, parte all’alba- con l’uscita della cosiddetta «tric trac»-e procede lenta sino alla tarda mattinata e al rientro delle statue. Un crescendo di fede ed emozioni, dopo la messa in Coena Domini del Giovedì Santo e il pellegrinaggio delle Paranze- coppie di confratelli- nelle chiese e nelle vie della città che accompagnano i devoti sino al Sabato Santo, con la processione dei Misteri che parte all’alba.

La processione così come la si vede oggi è nata nel 1860 ed è impreziosita dalle statue realizzate dal celebre cartapestaio leccese Antonio Maccagnani. Ad accompagnare il pio corteo del Sabato mattina ci sono le struggenti marce funebri della banda associazione musicale Umberto Montanaro- Città di Mottola, diretta dal Maestro Barbara Gigante,e della banda di Ceglie Messapica con il Maestro Michele Vitale. Ma quest’anno c’è un’altra novità: la presenza dell’Orchestra di fiati Santa Cecilia di Taranto con il Maestro Giuseppe Gregucci. «Fede, identità, tradizione- conclude il priore Vito Greco-  si custodiscono nella comunità e si tramandano di generazione in generazione. Un grande senso di appartenenza fa sì che Mottola sia tra i comuni pugliesi in cui si esprime con più forza questa religiosità».

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