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Lecce: L’11 Aprile mobilitazione di Cgil e Uil

Gli obiettivi: “Zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale di fare impresa”

Cgil e Uil hanno proclamato 4 ore di sciopero generale in tutti i settori privati e di 8 ore nel comparto dell’edilizia per la giornata di giovedì 11 aprile. Gli obiettivi della mobilitazione nazionale, che saranno declinati anche a livello territoriale, sono: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale di fare impresa. Anche in Puglia le lavoratrici e i lavoratori di tutti i settori privati incroceranno le braccia per 4 ore con manifestazioni previste nei capoluoghi di provincia. A Lecce i sindacati hanno organizzato unpresidio, a partire dalle ore 10, davanti al palazzo della Prefettura in viale XXV Luglio.

“Cgil e Uil si mobilitano, ancora una volta, per chiedere misure urgenti e più efficaci per fermare le stragi sul lavoro, per cambiare un sistema economico che sta producendo precarietà e insicurezza, e che purtroppo genera sempre più infortuni e morti”, spiegano Valentina Fragassi, Segretaria generale Cgil Lecce e Mauro Fioretti, Coordinatore UIL Lecce.“In Puglia nel 2023 sono morte sul lavoro ben 78 persone. E nel primo bimestre 2024 si contano già altre 7 vittime sul lavoro, 3 delle quali in provincia di Lecce. Salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività di impresa! Abbiamo bisogno di ridurre le forme di precariato, dando riconoscimento e dignità a milioni di lavoratori, e di un fisco più equo e giusto nei confronti dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Chiediamo al Governo un confronto vero, per produrre risultati”.

Obiettivi e ragioni dello sciopero

Zero Morti sul Lavoro.“Occorre cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato, superare la logica del subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati – spiegano i sindacati -. Rafforzare subito le attività di vigilanza e prevenzione incrementando le assunzioni nell’Ispettorato del Lavoro e nelle Aziende Sanitarie Locali. Mai al lavoro senza un’adeguata formazione e sì al diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Occorre una vera patente a punti per tutte le aziende e tutti i settori che blocchi le attività delle imprese che non rispettano le norme di sicurezza. Diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Obbligo delle imprese ad applicare il CCNL firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative ed al rispetto sulle norme della sicurezza quali condizioni per poter accedere a finanziamenti e incentivi pubblici”.

Per una giusta riforma fiscale.“La delega che il governo sta applicando invece di combattere l’evasione fiscale e contributiva introduce sanatorie, condoni e concordati. Non tassa gli extraprofitti, favorisce le rendite finanziarie e immobiliari, il lavoro autonomo benestante e le grandi ricchezze. Questa impostazione del governo va contrastata e invertita con: la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente ed i pensionati; tassare le rendite e contrastare l’evasione. Occorre così promuovere un fisco progressivo abolendo la flat tax, estendendo la base imponibile dell’IRPEF a tutti i redditi. Indicizzare all’inflazione reale le detrazioni da lavoro e da pensione e detassare gli aumenti contrattuali”.

Per un nuovo modello sociale e di fare impresa.“Occorre rimettere al centro delle politiche economiche e sociali del governo e delle imprese il valore del lavoro, a partire dal rinnovo del contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza. E poi, a centralità della salute della persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il nostro sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno”, concludono le organizzazioni sindacali.

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