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Brindisi: Contratto di Fiume, nel Canale Reale del brindisino la prima applicazione del Sud Italia

Partita la fase progettuale per il lotto di Francavilla Fontana, con un gruppo di lavoro multidisciplinare fra varie istituzioni. L’iter prevede il metodo partecipativo per gli attori del territorio.

Non solo mitigazione del rischio di alluvioni, ma un metodo integrato per soddisfare più finalità: miglioramento degli ecosistemi, tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche, sviluppo locale sostenibile, fruizione el patrimonio ambientale, evitando l’abbandono e il degrado delle aree. E’ l’approccio nuovo e sinergico della Regione Puglia che, col supporto di Asset, ha avviato l’attuazione del primo Contratto di Fiume nel Sud Italia, nel Canale Reale (Brindisi): progetto pilota sarà il tratto di Francavilla Fontana, il primo – e più critico – dei quattro lotti previsti.

Con una riunione nella sede dell’Agenzia regionale Asset hanno infatti preso il via le attività previste dall’Accordo per l’attuazione del “Progetto di fattibilità tecnica ed economica per l’individuazione di 4 lotti funzionali per l’adeguamento della sezione idraulica del canale e la realizzazione di casse di laminazione a valenza ambientale e fruitiva, con approccio integrato”, del Programma d’Azione 2021-2024 del Contratto di Fiume.

Dopo due anni di preparazione della Regione Puglia – Sezione risorse idriche in collaborazione con Asset, l’accordo è stato sottoscritto nei giorni scorsi da vari partner: Consorzio di Bonifica Arneo, Comune di Francavilla Fontana, Consorzio ASI Brindisi, Regione Puglia, Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, Asset e Politecnico di Bari, ed è finalizzato alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica degli interventi integrati.

Le attività svilupperanno scenari progettuali per affrontare le criticità legate al conflitto tra sicurezza idraulica, tutela ambientale e fruizione delle aree, ma anche sviluppo industriale data l’esistenza a Francavilla dell’Asi (Area sviluppo industriale). Ciò per poi definire la soluzione progettuale più idonea da condividere con l’Assemblea della Comunità di Fiume, i proprietari dei terreni e i cittadini coinvolti. L’obiettivo è utilizzare questo intervento pilota per poi avviarne  analoghi in altri tratti del Canale Reale, e più in generale adottare lo strumento del Contratto di Fiume da un lato per rendere compatibili le previsioni di sviluppo locale con la necessaria gestione del rischio idraulico, dall’altro per costruire un metodologia di progettazione partecipata trasferibile anche ad altre esperienze simili che la Regione Puglia avvierà in futuro.

Il Contratto di Fiume – modello molto diffuso in Francia e che avuto le sue prime applicazioni nel Nord Italia – è un accordo tra soggetti che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente: uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata per la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche, la salvaguardia dal rischio idraulico e la valorizzazione dei territori fluviali, contribuendo allo sviluppo locale.

I prossimi appuntamenti del tavolo di lavoro sono la partecipazione al Convegno nazionale “Territorio, acque, comunità: l’esperienza dei Contratti di Fiume”, in programma al Politecnico di Bari il 22 marzo (con la Regione Puglia tra i patrocinatori) e l’Assemblea di Comunità prevista il 31 marzo a Mesagne.

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