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Lecce: Unisalento. Progetti finanziati a valere sui fondi PNRR

Sono stati finanziati a valere su fondi PNRR per un totale di più di un miliardo di euro, di cui più di 26 milioni a diretta gestione dell’Università del Salento, sei progetti che vedono coinvolti i Dipartimenti dell’Ateneo. Innovazione e sostenibilità li caratterizzano, assieme alla capacità di valorizzare risorse e competenze già presenti a UniSalento grazie alla costruzione di importanti reti pubblico-private. Se n’è parlato questa mattina nel corso di un incontro organizzato nella sala conferenze del Rettorato, durante il quale i progetti sono stati presentati dai rispettivi referenti scientifici.

«Agli esiti di questi primi bandi del PNRR possiamo sottolineare con orgoglio che il nostro sforzo ideativo e progettuale è stato ampiamente ripagato», ha detto il Rettore Fabio Pollice, «Uno sforzo corale che ha visto il coinvolgimento di un ampio e qualificato partenariato pubblico-privato e, per il nostro Ateneo, di decine di ricercatori, tecnici, amministrativi, colleghi e colleghe che sono sicuro risulteranno fondamentali anche in fase attuativa, quando occorrerà tradurre questi progetti in azioni concrete, capaci di imprimere una svolta epocale nelle traiettorie di sviluppo di importanti ambiti di ricerca, assolutamente strategiche per il futuro dell’Italia. Questi progetti contribuiranno negli anni a venire a consolidare il ruolo del nostro Ateneo in settori fondamentali della conoscenza, fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese e ancor di più della nostra comunità territoriale, che vede così rafforzarsi quella vocazione che la condusse più di sessant’anni fa a fondare una Università degli studi, investendo proprio sulla “produzione della conoscenza”».

La Prorettrice vicaria Maria Antonietta Aiello ha illustrato le attività del “Centro nazionale per la mobilità sostenibile”, che si occuperà di studiare soluzioni per rendere il sistema della mobilità nazionale più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione. Si pensa a soluzioni leggere e sistemi di propulsione elettrica e a idrogeno, a sistemi digitali di riduzione degli incidenti, a soluzioni più efficaci per il trasporto pubblico, a infrastrutture più efficienti, sicure e durevoli, a un nuovo modello di mobilità accessibile e inclusiva. UniSalento è tra i fondatori di questo Centro, finanziato complessivamente per 320 milioni di euro, di cui circa 3,7 milioni di euro a diretta gestione dell’Ateneo: questi ultimi serviranno per lo sviluppo delle attività di ricerca in capo all’Ateneo salentino, con l’acquisto anche di attrezzature dedicate e il reclutamento di giovani ricercatori (4 RTDa e 6 posizioni PhD).

Il professor Alberto Basset ha illustrato il “National Biodiversity Future Centre”, che svolgerà attività di ricerca per lo sviluppo di soluzioni per monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità funzionale, al fine di contrastare l’impatto antropico, gli effetti dei cambiamenti climatici e di supportare i servizi ecosistemici. Il Centro supporterà le attività di ricerca e innovazione per la valorizzazione della biodiversità attraverso processi di economia circolare e di restoration economy, focalizzandosi sul Mediterraneo e affrontando sfide globali relative alla protezione e al ripristino degli ecosistemi marini, costieri e terrestri. UniSalento è tra i promotori di questo Centro, finanziato complessivamente per 320 milioni di euro, di cui 4,5 a diretta gestione dell’Ateneo: questi ultimi serviranno per rafforzare le infrastrutture, il capitale umano e l’interdisciplinarietà dei gruppi di ricerca dell’Università consolidandone il riconoscimento nazionale e internazionale su temi strategici per il Paese, come l’adattamento della biodiversità ai cambiamenti climatici, la mitigazione degli impatti, il restauro degli ecosistemi e dei loro servizi, l’innovazione nei temi della gestione sostenibile della biodiversità come volano sociale ed economico di sviluppo dei territori.

Già presentato nei giorni scorsi all’Università del Salento di concerto con il Comune di Campi Salentina, il progetto “Oenovation” è stato sinteticamente illustrato dal professor Vito Michele Paradiso. Finanziato per 12 milioni di euro a totale gestione UniSalento, il progetto prevede la riqualificazione e funzionalizzazione dell’ex-Manifattura Tabacchi di Campi Salentina (Lecce) per la realizzazione di un Centro di ricerca e formazione per la viticoltura e l’enologia in ambiente mediterraneo, con la creazione di una cantina sperimentale, di impianti per l’elaborazione, affinamento e imbottigliamento e di una sezione di impianti pilota per l’impiego di tecnologie innovative in enologia. Vi saranno inoltre un impianto di produzione di biomasse microbiche e vari laboratori di analisi avanzate, aule per seminari e attività di formazione. All’esterno una mini-serra e un micro-vigneto. L’infrastruttura sarà dotata di un sistema integrato per il monitoraggio e controllo remoto e continuo di parametri ambientali e di processo.

Il professor Daniele Martello ha presentato il “National Centre on HPC, Big Data and Quantum Computing”, che mira a creare un’infrastruttura informatica nazionale raggruppando gli esistenti High-Performance Computing (HPC), High Throughput Computing (HTC), Big Data e infrastrutture di rete e nuove risorse che saranno acquisite attraverso il finanziamento dedicato. Questo consentirà di fornire alle comunità scientifiche e industriali un’interfaccia Cloud flessibile e uniforme per servire applicazioni che vanno dall’HPC computing all’infrastruttura cloud per scopi generici, e di creare attorno all’infrastruttura un ecosistema globalmente attraente che supporti il mondo accademico e il sistema industriale e favorisca lo sfruttamento delle risorse e delle tecnologie informatiche con l’obiettivo di incoraggiare processi di crescita economica sostenibile e sviluppo umano. UniSalento è partner di questo Centro, finanziato per 320 milioni di euro, di cui 2,3 a diretta gestione dell’Ateneo: questi ultimi serviranno per inserire l’Università del Salento nella nascente rete di calcolo nazionale. I ricercatori e docenti dell’Università potranno utilizzare le risorse di calcolo nazionali per sviluppare i loro progetti di ricerca in sinergia con il territorio salentino. Il contributo dell’Università del Salento permetterà di implementare nelle interfacce Cloud del Centro nazionale gli use case di interesse per gli stakeholder che operano sul territorio salentino. La stretta sinergia del progetto tra pubblico e privato permetterà di fornire risorse di calcolo sia alla ricerca di base attraverso l’Università stessa e gli enti di ricerca operanti sul territorio che a soggetti pubblici e privati interessati ad attività squisitamente più applicative. Il problema della digitalizzazione e dell’utilizzo del calcolo come “bene comune” è sempre più evidente nella società a tutti i livelli e in tutti i campi, dalla medicina alla mobilità sostenibile, dal clima alla gestione amministrativa: la partecipazione al centro nazionale attraverso l’Università del Salento permetterà a tutto il Salento di svolgere il ruolo di attore protagonista in questo processo.   

Il professor Giuseppe Maruccio ha illustrato l’infrastruttura IRIS, che lavora sulla ricerca nel settore della superconduttività puntando a supportare sia la ricerca di base che applicazioni di interesse sociale: lo scopo di IRIS è facilitare la caratterizzazione di materiali innovativi, favorire lo sviluppo di dispositivi superconduttori e consentire la concezione e costruzione di una nuova tipologia di magneti. A UniSalento è collocato uno dei sei poli territoriali che verranno potenziati; in particolare, il “nodo” di Lecce diventerà una struttura di riferimento a livello internazionale per la ricerca in superconduttività applicata e magnetismo. L’infrastruttura è stata finanziata per 60 milioni di euro, di cui 3,6 a diretta gestione UniSalento: questi ultimi serviranno per potenziare il Laboratorio per la Superconduttività e il Magnetismo quale nodo italiano dell’infrastruttura europea sul magnetismo ESFRI EMFL (European Magnetic Field Laboratory)-ISABEL, già finanziata sul bando europeo per infrastrutture di ricerca UE-H2020-INFRADEV-2018-2020. La nuova strumentazione includerà un magnetometro SQUID di ultima generazione, capace di lavorare in varie condizioni operative e in presenza di stimoli esterni e magneti superconduttori per misure di proprietà fisiche e misure magneto-ottiche e di risonanza ferromagnetica, oltre a elettronica per misure ad alta frequenza e un microscopio a scansione per la caratterizzazione dei materiali. Tale potenziamento consentirà a UniSalento, in qualità di nodo nazionale, e all’Italia di svolgere un ruolo di primo piano nell’infrastruttura europea sul magnetismo EMFL-ISABEL, nel cui ambito UniSalento rappresenta una rete nazionale di laboratori di università e centri di ricerca attivi su magnetismo, collegati all’Associazione Italiana di Magnetismo. Un accesso aperto e transnazionale all’infrastruttura sarà fornito congiuntamente con EMFL-ISABEL, anche dopo la conclusione del progetto.

Il professor Pier Paolo Miglietta ha presentato infine il progetto “Agrifood Hub”, che prevede il risanamento e il recupero del complesso immobiliare ex “Molini e Pastifici Basile” di Corato (Bari), e la costruzione al suo interno di un centro di ricerca e sviluppo e di un centro di alta formazione. Il centro si candida così a divenire un punto di riferimento nazionale e internazionale per la collaborazione tra il mondo dell’impresa e quello accademico, orientato a sviluppare strumenti di innovazione e incremento della competitività per il settore agricolo e agroindustriale. Di proprietà del partner Molino Casillo spa, il complesso immobiliare comprende attualmente mulino, pastificio e un edificio ottocentesco. Il progetto è stato finanziato per circa 12 milioni di euro.

             Di seguito altri dettagli sui singoli progetti.

Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile

             L’Università del Salento è tra i promotori del “Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile”, nato con l’obiettivo di accompagnare la transizione green e digitale in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale del comparto e accompagnando le istituzioni locali a implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive nelle città e nelle regioni del Paese. Il progetto vede il coinvolgimento di un parterre pubblico-privato che conta complessivamente cinquanta attori distribuiti su tutto il territorio nazionale, un investimento complessivo di 320 milioni di euro per i primi tre anni (2023-2025), di cui circa 3,7 milioni di euro  a diretta gestione UniSalento, 696 ricercatori dedicati e 574 neoassunti, di cui 10 per Unisalento (4 RTDa e 6 posizioni PhD).

             Saranno cinque le aree e gli ambiti tecnologici di maggiore interesse del progetto: mobilità aerea; veicoli stradali sostenibili; trasporto su acqua; trasporto ferroviario; veicoli leggeri e mobilità attiva. Il Centro Nazionale si occuperà di rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione, attraverso soluzioni leggere e sistemi di propulsione elettrica e a idrogeno; sistemi digitali di riduzione degli incidenti; soluzioni più efficaci per il traporto pubblico; infrastrutture più efficienti, sicure e durevoli; un nuovo modello di mobilità accessibile e inclusiva.

             Struttura: il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale a Milano e 14 nodi distribuiti in modo capillare da Nord a Sud, a garanzia di quel riequilibro territoriale alla base delle iniziative indicate dal PNRR e grande obiettivo di modernizzazione del Paese. Enti di ricerca promotori sono: Politecnico di Milano, Cnr, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, Università di Bergamo, Università di Parma, Università di Torino, Università di Palermo, Università di Bologna, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Cagliari, Università di Roma La Sapienza, Università Federico II di Napoli, Università di Salerno, Università Napoli Parthenope, Università del Salento (Dipartimenti di Ingegneria dell’Innovazione e di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali), Università di Padova, Università di Pisa. Enti di ricerca aderenti sono: Università Bicocca, Università di Brescia, Università di Cassino e del Lazio Mediorientale, Università di Firenze, Università di Genova, Università di Reggio Calabria, Università politecnica delle Marche. Fondatori: Autostrade, Eni, Ferrari, Fincantieri, Fs, Leonardo, Angel company, Pirelli, Almaviva, Iveco group, Unipol, Fnm, Poste, Snam, A2A, Intesa Sanpaolo. Partecipanti: Brembo, Hitachi, Avio aero, Teoresi Group, Accenture, Thales, Stellantis – crf, Atos.

“National Biodiversity Future Centre” (Centro Nazionale per la Biodiversità)

Finanziato per 320 milioni di euro, di cui 4,5 a diretta gestione UniSalento, il Centro svolge ricerca e promuove lo sviluppo di soluzioni per monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità funzionale, al fine di contrastare l’impatto antropico, gli effetti dei cambiamenti climatici e di supportare i servizi ecosistemici. Al tempo stesso, il Centro supporta le attività di ricerca e innovazione per la valorizzazione della biodiversità attraverso processi di economia circolare e di restoration economy, capaci di tutelare le risorse ambientali e assicurare il benessere della persona. Il Centro si focalizza sul Mediterraneo (hotspot di biodiversità) ed affronta sfide globali relative alla protezione e al ripristino degli ecosistemi marini, costieri e terrestri.

Obiettivi: quantificare, monitorare, preservare e restaurare la biodiversità marina, terrestre e urbana; valorizzare la biodiversità per renderla elemento centrale della sostenibilità dello sviluppo.

Struttura e partner coinvolti: struttura ad Hub e SPOKEs, con Hub a Palermo e 8 SPOKEs, 2 sulla biodiversità marina (SPOKE1 e 2), 2 sulla biodiversità terrestre (SPOKE3 e 4), 2 sulla biodiversità urbana (SPOKE5 e 6) e 2 su comunicazione, outreach e technology transfer (SPOKE7 e 8). Il Centro è coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e comprende oltre al CNR l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, il Politecnico di Milano, le Università di Bologna, Napoli Federico II, Firenze, Genova, Roma “La Sapienza”, Milano “Bicocca”, Modena e Reggio Emilia, Molise, Padova, Palermo, Pavia, Poli Marche, Roma Tre, Salerno, Sassari, Siena, Torino, Tuscia, Udine, Verona, l’Università del Salento e altri 23 Enti attivi nell’ambito della ricerca, dell’alta formazione e dell’impresa.

Il finanziamento è per un periodo di 36 mesi ma il Centro, costituito come Consorzio, è progettato per una sostenibilità di lungo periodo. Per l’Università del Salento sono coinvolti i Dipartimenti di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali, Beni Culturali, Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”, Scienze dell’Economia, Scienze Giuridiche, Scienze Umane e Sociali.

“Oeno-vation”: Centro di ricerca e formazione

per la viticoltura e l’enologia in ambiente mediterraneo

Finanziato per 12 milioni di euro, totalmente a gestione UniSalento e per un periodo di 36 mesi, il progetto è finalizzato allo svolgimento di attività ad alta intensità di conoscenza nell’ambito della filiera vitivinicola in ambiente mediterraneo, con particolare riferimento alla regione Puglia; tali attività verteranno sugli ambiti della ricerca, dell’innovazione, del trasferimento tecnologico, della formazione, del public engagement. L’integrazione tra facilities di produzione in micro- o meso-scala, piattaforme analitiche evolute, spazi per formazione e sezioni accessibili al pubblico più ampio costituisce un carattere distintivo di questa infrastruttura, necessario per un efficace perseguimento degli obiettivi. L’infrastruttura svilupperà molteplici connessioni con l’esterno. Si porrà come interlocutore, catalizzatore e attivatore di reti e collaborazioni tra ricercatori, che saranno anche finalizzate alla partecipazione a bandi competitivi per la ricerca e all’attrazione di risorse finanziare per la ricerca e l’innovazione. La connessione con il sistema universitario e con quello delle imprese ne sosterrà l’apertura a studenti universitari, operatori e tecnici in formazione, cittadini interessati, rendendola punto di riferimento per l’alta formazione (lauree magistrali, tesi di laurea, dottorato di ricerca, master di I o II livello), la formazione tecnica permanente e la formazione diffusa.

Inoltre, le numerose interazioni con il tessuto produttivo del territorio, portate in dote dalla compagine di progetto, consentiranno di collegare le attività di ricerca e sviluppo al trasferimento tecnologico e all’innovazione attraverso: un approccio bottom-up nella programmazione delle attività; la generazione di open knowledge; gli input generati da un Osservatorio permanente sulla filiera vitivinicola che sarà promosso dai partner; l’attivazione di convenzioni con aziende; l’esecuzione di analisi conto terzi, anche ai fini di certificazione; l’attività di microbial factory, con la produzione di biomasse di lieviti da utilizzare nelle aziende; la funzione di incubatore di imprese innovative che necessitino di supporto logistico e si possano avvalere di una stretta interazione con l’infrastruttura di ricerca. Tali attività potranno prevedere anche la partecipazione economica da parte degli operatori economici interessati.

Obiettivi: riqualificazione e funzionalizzazione dell’ex-Manifattura Tabacchi di Campi Salentina (Lecce) per la creazione di un ecosistema dell’innovazione nel Mezzogiorno; creazione di una infrastruttura materiale mirata a promuovere lo sviluppo di capitale umano altamente qualificato, la ricerca multidisciplinare, la creazione e l’attrazione di impese innovative; sviluppare per l’ambito vitivinicolo un sistema regionale di ricerca coordinato e competitivo a livello nazionale e internazionale; incrementare la sostenibilità, la resilienza e la capacità di adattamento del sistema vitivinicolo e della società ai cambiamenti previsti ed imprevisti, in primis ai cambiamenti climatici; offrire una direzione di sviluppo e conversione territoriale nell’era post-Xylella; rafforzare la collaborazione tra ricerca, imprese e comunità territoriale per creare più occupazione e aumentare la competitività economica; elevare il livello medio di formazione degli operatori del comparto vitivinicolo e immettere forze giovani e competenti per garantirne lo sviluppo; stimolare la partecipazione dell’intera comunità ai processi di costruzione della conoscenza.

Struttura e partner coinvolti: il partenariato ha la struttura di un ecosistema dell’innovazione, costituito da una pluralità di attori tra loro interconnessi – istituzioni, società civile, settore privato, università, singoli imprenditori e altri – che lavorano insieme su base continuativa per generare, testare e sviluppare idee e soluzioni innovative basate su un’azione coordinata e collaborativa e sull’utilizzo di risorse complementari; Università del Salento (soggetto proponente, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali), CNR – Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, Assoenologi – Associazione Enologi Enotecnici Italiani, Comune di Campi Salentina – Lecce (stazione appaltante), Consorzio di Tutela e Valorizzazione dei Vini Salice Salentino DOP e dei Vini Salento IGP, Distretto Agroalimentare di Qualità Jonico Salentino – DAJS, GAL Terra d’Arneo srl, Consorzio per la Tutela dei Vini DOP Brindisi e DOC Squinzano, Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria DOC, Consorzio di Tutela e Valorizzazione del Vino DOC Nardò, Cantina Cooperativa Campiense.

National Centre on HPC, Big Data and Quantum Computing

Finanziato per 320 milioni di euro, di cui 2,3 a diretta gestione UniSalento, il Centro Nazionale mira a creare l’infrastruttura digitale nazionale per la ricerca e l’innovazione partendo dalle esistenti Infrastrutture HPC, HTC e Big Data in evoluzione verso un modello di datalake cloud accessibile al mondo scientifico e alle comunità industriali attraverso interfacce web cloud flessibili e uniformi, contando su un supporto di team di alto livello. Il Centro tenderà a formare un ecosistema attrattivo a livello globale basato su partnership strategiche pubblico-privato per sfruttare appieno le infrastrutture digitali di massimo livello e promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche.

Principali obiettivi: creare un’infrastruttura informatica nazionale raggruppando gli esistenti High-Performance Computing (HPC), High Throughput Computing (HTC), Big Data e le infrastrutture di rete e le nuove risorse acquisite attraverso il finanziamento dedicato; fornire alle comunità scientifiche e industriali un’interfaccia Cloud flessibile e uniforme per servire l’intero spettro di applicazioni, che vanno dall’HPC computing all’infrastruttura cloud per scopi generici; creare attorno all’infrastruttura un ecosistema globalmente attraente che supporti il mondo accademico e il sistema industriale e favorisca lo sfruttamento delle risorse e delle tecnologie informatiche con l’obiettivo di incoraggiare processi di crescita economica sostenibile e sviluppo umano.

Struttura e partner coinvolti: struttura ad Hub e SPOKEs, con Hub gestito dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dal CINECA e 11 SPOKEs tematici che coinvolgono tutti gli ambiti nei quali la digitalizzazione e il calcolo numerico hanno o potranno avere nel futuro un ruolo rilevante. La parte più significativa delle risorse di calcolo saranno concentrate presso il tecnopolo di Bologna e rese fruibili attraverso la rete del Consorzio GARR (uno dei partner del progetto) a tutti i partner e, in generale, a tutto il territorio nazionale. I partner pubblici sono: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, CINECA, Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, CNR, Centro di Ricerca Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna – CRS4 Srl Uninominale, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Fondazione Bruno Kessler, Consortium GARR, Istituto Italiano di Tecnologia, Istituto Nazionale di Astrofisica, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Sapienza Università di Roma, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Università della Calabria, Università degli Studi di Catania, Università degli Studi di Ferrara, Università degli studi di Milano-Bicocca, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Pisa, Università degli Studi di Parma, Università degli Studi di Pavia, Università del Salento, Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Firenze. I partner privati sono: UNIPOL Assicurazioni, University of Pittsburg Medical Centre – Italia, Intesa Sanpaolo, Terna, Sogei-Società Generale d’Informatica, Leonardo, IFAB, Humanitas, Fondazione Innovazione Urbana, Fincantieri, Ferrovie dello Stato Italiane Group, Eni, Engineering, Autostrade per l’Italia, Thales Alenia Space Italia spa.

Il finanziamento è per un periodo di 36 mesi ma il Centro, costituito come una Fondazione, è progettato per una sostenibilità di lungo periodo. I Dipartimenti UniSalento coinvolti sono quelli di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”, Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali, Ingegneria dell’Innovazione.

Innovative Research Infrastructure on applied Superconductivity (IRIS)

Finanziata per 60 milioni di euro, di cui 3,6 a diretta gestione UniSalento, l’infrastruttura IRIS promuove soluzioni innovative nel dominio della superconduttività applicata, con la missione di supportare sia la ricerca di base che applicazioni di interesse sociale, e migliorare la sostenibilità delle grandi infrastrutture con magneti a basso consumo e una potente linea di trasmissione verde. Lo scopo di IRIS è facilitare la caratterizzazione di materiali innovativi, favorire lo sviluppo di dispositivi superconduttori e consentire la concezione e costruzione di una nuova tipologia di magneti. L’infrastruttura costituirà un forum unico per l’innovazione e lo scambio tra mondo accademico e industriale, con l’industria chiamata a utilizzare attivamente l’infrastruttura per sviluppare idee innovative, nuove procedure e applicazioni. Questa forte contaminazione tra mondo accademico e industria, con fisici, scienziati dei materiali, ingegneri, tecnologi che lavorano insieme su soluzioni innovative migliorerà l’impatto che la superconduttività applicata potrà fornire alla società e alla ricerca.

In tale ambito, il Laboratorio per la Superconduttività e il Magnetismo dell’Università del Salento è il nodo italiano del progetto europeo ISABEL, che amplia l’infrastruttura ESFRI EMFL (European Magnetic Field Laboratory). Il nodo infrastrutturale IRIS a Lecce potenzierà i laboratori già esistenti, rafforzando il nodo italiano EMFL-ISABEL e consentendo all’Italia di svolgere un ruolo di primo piano nell’infrastruttura europea. In tale contesto, UniSalento rappresenta una rete nazionale di laboratori di università e centri di ricerca attivi su magnetismo, collegati all’Associazione Italiana di Magnetismo e operanti come Unità di Ricerca Congiunta. Il nodo di Lecce diventerà una struttura di riferimento a livello internazionale per la ricerca in superconduttività applicata e magnetismo con un insieme rilevante e per alcuni aspetti unico di apparecchiature all’avanguardia. Un accesso aperto e transnazionale all’infrastruttura sarà fornito congiuntamente con EMFL-Isabel. Alti campi magnetici sono oggi tra gli strumenti più potenti a disposizione degli scienziati per studiare, modificare e controllare stati della materia in condizioni estreme e sviluppare nuovi materiali e tecnologie capaci di rispondere alle maggiori sfide della moderna società dalla ricerca di base alle applicazioni in elettronica e spintronica, data storage, computazione quantistica, sensoristica, energia, settore biomedicale.

Struttura: il Laboratorio Acceleratori e Superconduttività Applicata (LASA) di Segrate (Milano), gestito dall’INFN in una sede dell’Università degli Studi di Milano, coordina l’infrastruttura IRIS che comprende strutture di prim’ordine per rispondere ai bisogni di una vasta comunità italiana e internazionale, sia nel mondo accademico che nell’industria. IRIS è caratterizzato da sei poli territoriali specializzati nei domini critici della Superconduttività Applicata e del Magnetismo, che lavorano in piena sinergia: Milano LASA (INFN e Università degli Studi di Milano), con un laboratorio avanzato per la costruzione di magneti superconduttori e lo sviluppo tecnologico; Genova (INFN e Università di Genova e CNR-SPIN), con un Laboratorio per Materiali e Cavi Superconduttori; Frascati (il Laboratorio Nazionale INFN LNF), con il Laboratorio per Misure Magnetiche; Napoli (Università Federico II e CNR-SPIN) con un Laboratorio di Diagnostica e Strumentazione innovativa per Dispositivi Superconduttori; Università del Salento – Dipartimento di Matematica e Fisica “Ennio De Giorgi”, che ospita un’infrastruttura per il magnetismo e la superconduttività applicata, favorendo sinergie nella comunità italiana che lavora sui superconduttori e sul magnetismo; Salerno (INFN, Università degli Studi di Salerno, CNR-SPIN), che ospita una struttura per test su magneti superconduttori e su superconduttori e un esclusivo banco di prova per linee superconduttrici a grande corrente.

Il finanziamento è per un periodo di 30 mesi ma l’infrastruttura, e in particolare il Laboratorio per la Superconduttività e il Magnetismo dell’Università del Salento, continuerà poi a fornire accesso agli utenti nazionali e internazionali in qualità anche di nodo italiano dell’infrastruttura di ricerca europea di magnetismo EMFL-ISABEL.

“Agrifood Hub”

Finanziato per circa 12 milioni di euro, il progetto “Agrifood Hub” ha come obiettivo la costituzione di un Innovation Hub al servizio dell’alta formazione specialistica nel settore agroalimentare, in grado di apportare elementi di elevata innovazione in tutte le attività inerenti alla produzione, trasformazione, distribuzione/commercializzazione, conservazione e consumo di cereali e legumi. Il complesso immobiliare ex “Molini e Pastifici Basile” a Corato (Bari), recuperato e valorizzato, sarà la sede dell’Agrifood Hub all’interno del quale le attività di ricerca, sperimentazione, formazione e orientamento al lavoro si svilupperanno secondo un approccio innovatore ma rispettoso della tradizione territoriale dell’industria molitoria.

Struttura e partner coinvolti: “Agrifood Hub” si candida a essere un punto di riferimento di livello nazionale e internazionale per la collaborazione tra il mondo dell’impresa e quello accademico, orientato a sviluppare strumenti di innovazione e incremento della competitività per il settore agricolo e agroindustriale con il superamento delle barriere all’investimento in ricerca e sviluppo che si verificano a livello di singola impresa. Le attività di ricerca e formazione si articoleranno in quattro “Accademie”: l’Accademia per l’agricoltura sostenibile e di precisione, l’Accademia della tecnica molitoria, l’Accademia della panificazione e della pastificazione e l’Accademia per la tracciabilità e la valorizzazione dell’origine dei cereali. Il progetto beneficia di un partenariato pubblico-privato di elevata qualificazione accademica e industriale che include, oltre all’Università del Salento (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali), il Politecnico di Bari (soggetto proponente), l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, la Federazione Regionale Coldiretti Puglia, l’Istituto di Istruzione Superiore “Oriani-Tandoi” di Corato, il Comune di Corato e BF spa.

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