La diciassettesima edizione della Notte dei Briganti non poteva non occuparsi del 2025, anno che commemora quel meraviglioso momento che fu per il mondo sollievo, felicità, vittoria e per l’appunto Liberazione: ottanta anni dalla Liberazione dal nazifascismo.

Vista la condizione in cui verte la tendenza politica nel mondo negli ultimi anni, è necessario, oggi più che mai, ricondurre l’attenzione dei cittadini (e soprattutto quella dei giovanissimi) un po’ assopiti e dimentichi di ciò che la storia insegna, sui temi della libertà e soprattutto su quel movimento che questa la ottenne con lotta, sangue e vita: la Resistenza.

La Resistenza partigiana fu un movimento spontaneo, composto da ogni estrazione politica, sociale e ideologica che decise di costituirsi per combattere l’occupazione (fascista prima e nazista poi) che stava macellando e distruggendo vite e dignità di innocenti. Dopo un ventennio di totale inefficienza politica e violenza, anche gran parte di coloro che si definivano “figli della lupa” decisero di aderire al movimento partigiano e demolire la più grande ferita che umanità e dignità abbia mai segnato la storia.

Per questi motivi, partendo proprio dal 25 aprile 2025, Sud in Movimento decide di principiare il suo anno di commemorazione dedicato alla Resistenza e agli ottanta anni dalla Liberazione dal nazifascismo, con una serie di iniziative che culmineranno nel grande ritorno di uno dei momenti più antichi e di lotta politica dell’area jonica: La Notte dei Briganti.

Un’anticipazione? Si torna ad agosto, nel cuore dell’estate.

La data ufficiale sarà comunicata il 25 aprile presso la sede di Sud in Movimento, in via Madonna del Lume n. 48 a Grottaglie (Ta). Per l’occasione si terrà l’evento “Resistenza, oggi come ieri”, dalle 19:30 in poi ci sarà la proiezione dell’intervista a Cosimo Orlando, “Il partigiano che ama Dio”, di Valerio Manisi; a seguire un Funk/hip hop/ reggae DJ SET a cura di Mike P aka Nonsisamike, il tutto adornato da un ottimo “Aperitivo Brigante”.

“Resistenza oggi e ieri” perché noi “odiamo gl’indifferenti” e non vogliamo “impedire ai cervelli di funzionare”.

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