Brindisi: Nota del Centro Antiviolenza “INSIEME SI PUO'” Attualità Eventi Primo Piano 14 Aprile 202514 Aprile 2025 Siamo qui, ancora una volta, sconvolti per due giovani donne, Sara e Ilaria, le cui vite sono state spezzate da uomini loro coetanei che non hanno voluto accettare un rifiuto o la fine di un rapporto.Già, non hanno voluto PERCHE AGIRE CON VIOLENZA E’ SEMPRE FRUTTO DI UNA SCELTA. Non accade per caso. Quello che facciamo nel Centro Antiviolenza, ogni volta che siamo di fronte ad una donna vittima di maltrattamento, è guidarla a comprendere che nella violenza c’è un solo colpevole, vale a dire l’uomo maltrattante, che spesso peraltro coincide con il partner passato o attuale. La responsabilità della violenza è solo ed esclusivamente di chi la compie.E’ importante per noi sottolineare un principio fondamentale : Dove c’è violenza nonpuò esserci amore.Queste due parole non possono, anzi, NON DEVONO, essere MAI coniugate insieme. Nella violenza esiste solo il puro esercizio di controllo e di potere sulle vite delle donne.Nel primo trimestre del 2025, 17 donne sono morte per mano di un uomo che ritenendole un oggetto di sua proprietà, ha deciso di disfarsene.Eliza Stefanina Feru, Stefanina Piera Riva, Caterina Pappalardo, Maria Porumbescu, Jhoanna Nataly Quintanilla Valle, Eleonora Guidi, Cinzia D’Aries, Aries, Tilde Buffoni, Anna Peralta, Anna Viliani, Maria Skvor, Mirella Del Puglia, Sabrina Baldini Paleni, Ruslana Chornenka, Laura Papadia, IsabellaAilandi Tregnaghi, Sara Campanella e Ilaria Sula sono state brutalmente uccise per aver rivendicato la propria libertà di esistere, di scegliere, di vivere. Questo è ciò che fa la violenza di genere. Distrugge, annienta, annichilisce l’essenza di una donna, per il solo fatto di essere donna. La radice di questo stato di terrore in cui la donna è ancora oggi costretta a vivere, è rappresentata da una cultura misogina e patriarcale che ha visto per secoli la donna relegata a ruoli sociali marginali, poiché ritenuta non già una persona titolare di diritti e libertà autonome, ma una mera estensione dell’uomo, ed in quanto tale incapace di poter scegliere per sé stessa. Ciò che caratterizza la violenza di genere è la sua capacità di adattarsi al cambiamento sociale, mutando spesso forma, così da non palesarsi sempre in maniera esplicita, rendendo sempre più difficile, per la vittima stessa e per chi le sta intorno, un tempestivo riconoscimento del pericolo. Pensiamo ad esempio a ciò che è successo a Sara Campanella, a Ilaria Sula o a Giulia Cecchettin. Queste giovani donne non hanno potuto riconoscere il pericolo che si celava dietro gli atteggiamenti dei loro carnefici, poiché si è trattato di comportamenti ancora oggi “normalizzati”, e quindi sottovalutati.Ed è questa la sfida più grande che noi operatrici del CAV dobbiamo e vogliamo affrontare.Come possiamo prevenire un pericolo se non sappiamo riconoscerlo? Prevenire le condotte violente, significa educare donne e uomini a saper riconoscere tutti quei comportamenti maltrattanti che rappresentano spesso dei campanelli d’allarme, così da fornire a ciascuno di loro uno strumento per poter intervenire in maniera tempestiva. Sulla scorta di questa necessità, il CAV “INSIEME SI PUÒ”, proprio in attuazione delle disposizioni comunitarie della Convenzione di Istanbul ha ritenuto fondamentale coinvolgere la comunità, inserendosi anche nei luoghi di vita quotidiani delle ragazze e dei ragazzi, come la scuola, luogo di formazione e socializzazione. In quest’ ottica il Centro Antiviolenza “INSIEME SI PUÒ”, servizio del Consorzio CIISAF dell’Ambito territoriale Fasano, Ostuni e Cisternino ha inaugurato un nuovo Progetto nelle scuole superiori di 2° grado : i “PUNTI D’INFORMAZIONE NELLE SCUOLE”.L’intento è quello di arrivare, attraverso la professionalità delle operatrici del CAV, nei luoghi frequentati quotidianamente dalle studentesse e dagli studenti, per sensibilizzare quante più persone possibili e soprattutto offrire loro un luogo protetto in cui poter trovare un adeguato sostegno. I punti d’informazione vogliono offrire un percorso teso ad esplorare i confini labili tra violenza e consenso, tra amore e possesso. Rappresentano il primo accesso per le ragazze ed i ragazzi, dove poter parlare delle proprie difficoltà legate alle vicende di violenza ed abuso, o semplicemente, dove poter per ricevere informazioni su quali siano le varie forme di violenza. Il lavoro che si vuole offrire non è solo quello di supportare ma anche quello di promuovere le potenzialità di ognuno, rafforzando l’autostima dei ragazzi e delle ragazze, partendo dalle loro risorse. L’operatrice diventa, quindi, un vero punto di riferimento che aiuta a ritrovare un grado di autonomia e rispetto di sé stessi e dell’altro, consentendo a ciascuno di loro di vivere la quotidianità con meno difficoltà possibili. Per restare aggiornato con le ultime news seguici e metti “Mi piace” sulla nostra pagina Facebook e iscriviti al nostro canale YouTube. Per scriverci e segnalarci un evento contattaci! Condividi!