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Latiano: l’ex assessore Altavilla (PD) racconta la sua esperienza amministrativa

La mia è stata un’esperienza di crescita, di abnegazione e di tanta passione: ho dovuto imparare in fretta gli innumerevoli passaggi di cui la macchina amministrativa ha bisogno per funzionare a dovere, a differenza di qualcuno che “è nato imparato”. Ebbene sì, c’è qualcuno che è nato già con i gradi di assessore alle spalline e già col ciuccio in bocca disquisiva da politico navigato. Io, invece, ho dovuto imparare, e in fretta sottolineo, la solitudine dell’amministratore che lavora in un ambiente politico arido, dove il singolo prevale sempre, purtroppo, sul gruppo, sulla partecipazione e sulla condivisione. Cari concittadini, la realtà dice altro: le belle parole che vi stanno propinando sulla coesa squadra di governo, sulla compattezza della compagine politica e amministrativa e sul bene comune sono tutte chimere.

Nonostante tutto, in una visione programmatica del futuro che mi appartiene da sempre, l’entusiasmo non mi è mai mancato né tantomeno il coraggio e la determinazione necessari a portare avanti quelli che erano gli obiettivi di quella amministrazione e del mio assessorato. Tante cose sono state fatte e non sarò certamente io a elencarle. Tanti progetti hanno visto la luce per la prima volta, in un ambiente povero di novità e privo di sensibilità politica verso le tematiche e le aperture alle nuove ed entusiasmanti questioni che rappresentano il presente e il futuro di una società civile e moderna.

Qualcuno si chiede perché il nostro paese non è per nulla reattivo alle sollecitazioni che arrivano da tutte le direzioni: a Latiano, purtroppo, si pensa ancora a far passare l’ordinaria amministrazione per straordinaria. Se questo modo di intendere la politica non sarà ribaltato, come si può pensare a un cambiamento della classe politica e amministratrice esistente?

Tante misure, tanti provvedimenti, tante opere sono state avviate ma purtroppo non saranno completate perché chi sarà a brevissimo al mio posto è totalmente in antitesi con il mio modo di vedere la Cosa pubblica. Anzi, gran parte della nuova maggioranza ha un modo opposto di intendere e gestirla, interpretandola attraverso una politica nettamente in contrapposizione alla mia e alla nostra visione. Da qui la volontà mia e del gruppo consigliare e politico di cui sono stato espressione amministrativa di prendere nettamente e inequivocabilmente le distanze dall’operazione di cui ormai tutti sanno tutto.

Il mio impegno in politica non si ferma qui: per chi come me la vive come passione, a differenza di qualcun altro che ne ha fatto una professione, quest’esperienza ha rappresentato il carburante che serve ad alimentare l’entusiasmo nel portare avanti quei valori come il rispetto per i propri elettori, il rispetto della propria e dell’altrui dignità e la lealtà, che in questa esperienza politica amministrativa, ahimè, sono sempre mancati. Colgo l’occasione, per la prima volta dall’inizio di questa avventura, di ringraziare il gruppo del Partito Democratico che mi ha scelto e sostenuto in questa esperienza, senza mai far mancare una vicinanza che non è stata solo politica ma anche umana.

Non me ne voglia il sindaco ma, con molto dispiacere, devo ammettere prima a me stesso e poi a tutta la cittadinanza che il feeling non c’è mai stato, forse perché non ha mai creduto in questa giunta e in questa maggioranza. E, badate bene, le mie non sono le considerazioni di una assessore oggi fuori dalla giunta, dettate da risentimenti personali o di altra natura: a confermare il mio ragionamento ci sono gli ammiccamenti all’opposizione, cominciati all’alba della consiliatura. Dal canto loro, i consiglieri eletti nelle liste dei candidati sindaco perdenti non hanno mai fatto mistero di essere disposti a garantirgli quattro anni di serena amministrazione.

Cari concittadini, mi congedo e vi saluto con un invito a riflettere sulle parole che il sindaco Maiorano pronunciò durante il comizio finale della campagna elettorale, poco più di un anno fa. “Votando Ruggiero, non solo si sceglie chi dice una cosa e poi ne fa un’altra ma si garantisce la permanenza di chi ha governato negli ultimi cinquant’anni (leggasi De Punzio), colui che ho avuto la sfortuna di incontrare nella mia esperienza amministrativa”. Bene, adesso chi è quello che dice una cosa e ne fa un’altra? Chi ha tradito 3357 elettori? Chi ha deluso tutti i suoi candidati e i suoi sostenitori, che sempre in quel comizio non ha dimenticato di ringraziare?

A voi le dovute e doverose considerazioni.

A presto,
Eugenio Altavilla

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